Autore: Prof. Giorgio Zoli

La Colite ulcerosa è una malattia cronica che non conosce un’origine certa, una diagnosi tempestiva seguita da opportune terapie può ridurne i sintomi

La Colite ulcerosa è una malattia che fa parte del gruppo delle cosiddette Malattie Infiammatorie croniche dell’intestino, che comprende anche il Morbo di Crohn; colpisce il retto e il colon, e rimane confinata alla mucosa, lo strato di tessuto che ricopre internamente il colon, che diventa arrossata, fragile ed ulcerata. L’intestino tenue invece non è mai colpito dall’infiammazione.
A seconda dell’estensione delle lesioni a carico del colon possiamo distinguere vari tipi di Colite ulcerosa: la Colite distale (60% dei casi) che colpisce retto e sigma; la Pancolite (15% dei casi) che interessa il retto e la totalità del colon; e le forme subtotali (25% dei casi). In Italia e nel mondo occidentale in genere, la Colite ulcerosa colpisce 60-70 persone su 100.000 abitanti.

Sintomi e fattori di rischio

La Colite ulcerosa si presenta prevalentemente con dolori addominali e diarrea quasi sempre con presenza di muco intestinale e/o sangue; tracce di quest’ultimo sono da considerarsi come un sintomo di allarme, che deve far sì che il soggetto si rivolga immediatamente al proprio Medico che deve provvedere a indagini approfondite e, in particolare, all’esecuzione di una Colonscopia.
Per quanto riguarda invece i fattori di rischio, attualmente sono sconosciuti ma numerosi sono i fattori verosimilmente implicati. Prima di tutto esiste una predisposizione genetica per la Colite ulcerosa che è più frequente nei parenti di primo grado di un Paziente affetto, rispetto alla popolazione generale, ed è più frequente in determinate popolazioni. Esiste poi un fattore infettivo, in quanto sembra che certi batteri o virus possano determinare la comparsa della malattia e intervenire nei processi di riacutizzazione della stessa. Sono poi implicate anomalie a livello della regolazione del sistema immunitario e della mucosa intestinale. Anche la flora batterica intestinale e l’alimentazione sono ritenute possibili fattori scatenanti della malattia.


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