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Disturbi respiratori nei bambini durante il sonno

Autore: Prof. Filippo Bernardi

I disturbi respiratori nel sonno comprendono svariate manifestazioni cliniche che vanno prontamente individuate per prevenirne le complicanze

I disturbi respiratori nel sonno in età pediatrica comprendono una ampia gamma di manifestazioni cliniche, che vanno dal russamento notturno, al sonno agitato con risvegli frequenti fino alla Sindrome delle Apnee Ostruttive nel sonno. Questa Sindrome è caratterizzata da episodi prolungati di parziale o completa ostruzione delle vie aeree (apnea ostruttiva) che disturbano la ventilazione notturna e l’architettura del sonno. Possono essere colpiti i bambini di tutte le età, dai neonati agli adolescenti, sia maschi che femmine, anche se generalmente i disturbi del sonno interessano i bambini in età prescolare, con una prevalenza del 5% per il russamento abituale e del 1,9% per le forme più severe.

Le cause

Possono essere molteplici e spesso associate. La più frequente è l’ipertrofia adenotonsillare (aumento di volume delle adenoidi e delle tonsille), altre possono essere le ostruzioni croniche nasali, come le Riniti allergiche o la stenosi delle coane (restringimento delle aperture interne della cavità nasale), le malformazioni maxillo-facciali, oppure condizioni patologiche a carico dell’apparato muscolare.

Sintomi e diagnosi

La diagnosi inizia nell’ambulatorio del Pediatra con un’accurata anamnesi sul sonno abituale. I genitori sono sempre in grado di descrivere accuratamente eventuali pause respiratorie e difficoltà nel respiro notturno, così come la necessità talvolta di assumere posizioni inusuali nel dormire, con la bocca aperta e il collo iper-esteso. A volte i genitori forniscono dei filmati del proprio figlio addormentato, allo scopo di documentare l’entità del disturbo. Oltre a ciò, è importante valutare la presenza di frequenti risvegli notturni o di un sonno particolarmente agitato, il riscontro di frequenti incubi o la persistenza d’enuresi.
I bambini che dormono male faranno fatica a svegliarsi, lamenteranno una stanchezza eccessiva durante il giorno, Cefalea mattutina, e spesso presenteranno deficit dell’attenzione o iperattività con scarso rendimento scolastico.
Sarà cura del Pediatra valutare se questi sintomi possano essere imputati ad una cattiva abitudine al sonno, oppure se possano suggerire dei veri e propri disturbi del sonno. L’esame clinico valuterà quindi l’accrescimento staturo-ponderale, le caratteristiche somatiche del volto, la presenza di un respiro orale, di ostruzione nasale persistente, di ipertrofia tonsillare, di alterazioni a carico della gabbia toracica.
Sulla base di queste valutazioni, si individuano i soggetti che necessitano di ulteriori accertamenti. In questi casi è essenziale una visita presso un Centro specializzato in Fisiopatologia respiratoria e Disturbi del sonno pediatrici, per studiare la funzionalità respiratoria di base, la presenza di diatesi allergica e programmare gli accertamenti in merito al disordine del sonno.


 

Ulteriori accertamenti diagnostici

Il primo test utilizzabile è la Saturimetria notturna o Pulsossimentria. È una metodica semplice, non invasiva, che consente di misurare la saturazione di ossigeno mediante uno strumento piccolo e maneggevole, collegato tramite un sensore, al dito del bambino. Nei casi dubbi si procede alla Polisonnografia, che consente un monitoraggio continuo e simultaneo delle funzioni cardiache e respiratorie durante il sonno, mediante l’applicazione di bande su torace e addome per registrarne i movimenti, un sensore di flusso oronasale per la valutazione del respiro, nonché un saturimetro. Nel caso sia necessario, è possibile associare alla Polisonnografia cardio-respiratoria la registrazione dell’Elettroencefalogramma durante il sonno, per una completa valutazione neurologica. Oltre allo studio del sonno, è utile consultare lo Specialista in Otorinolaringoiatria per valutare l’importanza dell’ingombro volumetrico adenotonsillare nel determinare il disturbo, il Neurologo per escludere patologie d’origine neurologica e l’Ortodonzista per evidenziare e correggere eventuali malformazioni anatomiche che possano risentire di un opportuno trattamento.

La terapia

Varia in base alla gravità del quadro clinico ed alla patologia sottostante. In casi selezionati è utile sottoporre i piccoli Pazienti ad intervento d’Adenotonsillectomia.
Nei bambini allergici, con Rinite cronica, è necessario attuare l’adeguata profilassi ambientale e farmacologica.
Nei casi più gravi, in cui le apnee non siano imputabili all’ipertrofia tonsillare, o che non migliorino dopo l’intervento d’asportazione, può rendersi necessario l’utilizzo durante il sonno di apparecchi per la ventilazione non invasiva a pressione positiva. In tutti i casi i bambini devono essere rivalutati nel tempo per monitorare gli effetti delle strategie terapeutiche intraprese e, se necessario, ripetere la Pulsossimetria o la Polisonnografia. Le forme più severe di Sindrome delle Apnee Ostruttive non trattate possono comportare sequele a lungo termine che variano da deficit accrescitivi, problemi comportamentali, fino all’Ipertensione polmonare e allo Scompenso cardiaco. Non bisogna dimenticare che, in un bambino che manifesti un comportamento aggressivo, indisciplinato, con difficoltà dell’attenzione e dell’apprendimento scolastico, la causa principale può essere un sonno disturbato. 

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