Autore: Dott.ssa Maddalena Parma

Nuove possibilità di diagnosi e terapia consentono oggi di  prevenirle e curarle in modo più efficace   

L’arrivo della primavera purtroppo  non porta con sé  soltanto l’inizio della bella  stagione poiché, per una parte oramai considerevole della popolazione,  questo particolare periodo dell’anno è anche sinonimo di Allergie e di tutti i fastidiosi, e a volte anche gravi, disturbi che ne derivano. La primavera rappresenta infatti il periodo di fioritura di numerose piante, durante il quale vengono liberati nell’aria i vari tipi di polline. 

La Pollinosi

Sono proprio i granuli pollinici che trasportati dal vento e respirati dai  soggetti allergici, cioè da persone  costituzionalmente predisposte, raggiungono  naso, occhi e bronchi,  innescando una serie di complicate  reazioni; ciò si traduce nei classici sintomi della cosiddetta Pollinosi,  rappresentati da starnutazione, chiusura  e secrezioni nasali, prurito al palato, alla gola e all’interno delle orecchie, lacrimazione, arrossamento e prurito agli occhi, e talvolta si possono verificare difficoltà respiratorie  come la tosse insistente, la  mancanza di respiro e respiro sibilante. 
Negli ultimi anni stiamo assistendo  a un notevole incremento di questo  tipo di Allergia, in quanto si sono  verificati un peggioramento dell’inquinamento  ambientale e, per un bizzarro meccanismo di contrappasso,  anche un’aumentata igiene  e una maggiore frequenza delle  vaccinazioni infantili con la conseguente  minore incidenza delle  comuni malattie batteriche e virali. 
Fortunatamente, la maggior parte  della popolazione sofferente di Pollinosi  presenta sintomi localizzati alle sole vie respiratorie superiori  (naso e gola) e agli occhi; ma c’è comunque una parte minore, anche se non trascurabile, di Pazienti, che  presenta sintomi da coinvolgimento delle vie respiratorie inferiori con restringimento dei bronchi e sviluppo di una malattia potenzialmente molto grave e ad andamento cronico che è l’Asma bronchiale.  

I pollini più diffusi

Le principali specie di pollini che in  Italia sono causa di Allergie primaverili,  provengono da diversi tipi di  piante rappresentati dalle Graminacee (erbe dei prati e cereali), dagli  alberi della famiglia delle Betullacee  (betulla, ontano), Corilacee (nocciolo,  carpino bianco e nero) e Oleacee (olivo), e infine dalle Urticacee (erbe come la parietaria o erba muraiola); ultimamente hanno assunto una grande rilevanza anche il polline  del cipresso e quello di altre piante  erbacee o arbusti appartenenti alla  famiglia delle Chenopodiacee.  Recentemente sono state inoltre identificate le cosiddette Pollinosi minori, come ad esempio quella da eucalipto, determinate da piante meno diffuse e a localizzazione più specifica a seconda delle varie regioni, per le quali la diagnosi risulta a volte più difficile in quanto spesso non sono disponibili gli estratti allergeni per i test diagnostici.  


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