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Correggere la Scoliosi, è possibile?

Autore: Prof. Bernardo Misaggi

Questa condizione è da considerare una vera e propria patologia dello sviluppo osseo caratterizzata da una curva della colonna a forma di S che può causare asimmetrie a spalle, fianchi e bacino 

La Scoliosi è una condizione molto comune che si verifica quando la colonna vertebrale presenta delle curvature sul piano frontale che, normalmente, non dovrebbero essere presenti. Queste curve anomale possono avere varie morfologie, presentandosi a forma di “S” o di “C”, e sono associate ad una rotazione della colonna vertebrale su se stessa, in modo simile a quanto accade quando si strizza uno straccio. Sebbene la Scoliosi sia spesso considerata una deformità conseguente ad errati comportamenti posturali, in realtà si tratta di una vera e propria patologia dello sviluppo osseo vertebrale.

Scoliosi dell’età evolutiva

Le Scoliosi riscontrate in Pazienti che non hanno ancora completato la maturazione scheletrica sono in generale definite Scoliosi dell’età evolutiva, per distinguerle da quelle che si riscontrano in età adulta. Non tutte le Scoliosi dell’età evolutiva sono uguali, all’interno di questo grande gruppo si possono riconoscere infatti curve che hanno cause differenti, quali:

  • Scoliosi congenite, causate da difetti vertebrali risalenti ad alterazioni dello sviluppo fetale;
  • Scoliosi neuromuscolari, presenti in Pazienti affetti, ad esempio, da Paralisi cerebrale (spastica) o da Distrofie muscolari;
  • Scoliosi secondarie, che sono conseguenza di malattie specifiche, quali sindromi o lesioni tumorali;
  • Scoliosi idiopatiche, forma più comune di Scoliosi (85% di tutte le Scoliosi), per la quale non è stata individuata una causa certa.

Scoliosi idiopatiche

Vengono a loro volta definite infantili se compaiono prima dei 3 anni di età, giovanili se compaiono tra i 3 e i 10 anni di età e adolescenziali se compaiono tra i 10 e i 18 anni di età; queste ultime sono senza dubbio le forme più comuni.
Le forme idiopatiche di Scoliosi presentano, in molti casi, una tendenza alla progressione che è tanto maggiore quanto maggiore è l’ampiezza della curva e minore è l’età del Paziente. Nonostante ciò, la maggior parte delle curve che si riscontrano nella pratica clinica non sono gravi e richiedono solo che i Pazienti siano monitorati dai Medici.
Tuttavia curvature di alto grado possono portare ad una progressiva compromissione della funzionalità polmonare e cardiaca, oltre che influenzare negativamente l’autostima e l’immagine di sé del Paziente. Inoltre, se queste curve presentano una ampiezza rilevante, rischiano di progredire durante l’età adulta, comportando un aumentato rischio di Lombalgie e Radicolopatie (interessando i nervi spinali) rispetto ai soggetti non scoliotici.

Gli esami

I segnali di più comune riscontro nei soggetti con sospetta Scoliosi sono le asimmetrie di spalle, coste, fianchi e bacino. Il Mal di schiena è frequente nei soggetti con Scoliosi Idiopatica, potendo essere presente fino nel 20% dei casi. La diagnosi di Scoliosi viene ipotizzata con l’esame obiettivo, in cui si valuta la possibile presenza di dismorfismi della colonna vertebrale attraverso il Test di Adams o Test della flessione anteriore. La conferma diagnostica si ottiene mediante Radiografia della colonna vertebrale, in alcuni casi può essere richiesta anche la Risonanza Magnetica Nucleare. Le curve scoliotiche vengono generalmente misurate per la loro ampiezza sul piano frontale, l’indice più utilizzato è l’angolo di Cobb, ottenuto dall’incrocio delle linee parallele passanti per le vertebre più inclinate della curva. Questo indice è usato per decidere il trattamento più adeguato. Per le curve con angolo di Cobb maggiore di 25° infatti può essere indicato il trattamento con corsetto, da portare durante la giornata per un numero di ore variabile (da 12 a 22), a seconda del tipo e dell’entità della curva.



Il trattamento con corsetto

Esistono moltissimi tipi di corsetti che possono differire tra loro per forma e materiali ma tutti si basano sullo stesso principio: applicare delle “spinte” esterne sugli apici delle curve scoliotiche con l’intento di correggere la curva e consentire la crescita scheletrica nel modo corretto. L’obiettivo del trattamento con corsetti non è però necessariamente quello di correggere la curva quanto piuttosto quello di arrestarne la progressione, impedendo così un peggioramento estetico e scongiurando l’eventualità di trattamenti più invasivi, quali la correzione chirurgica. Oltre al trattamento con corsetti ortopedici, nel Centro Scoliosi dell’ASST Gaetano Pini CTO di Milano, ad esempio, si realizzano anche corsetti gessati correttivi. Questo trattamento, la cui efficacia è stata anche recentemente dimostrata con una pubblicazione del nostro gruppo su una rivista internazionale, è riservato ai Pazienti con curve ampie, tra i 35° e i 50° Cobb, o nei casi con elevato rischio di progressione.

Quando ricorrere alla Chirurgia

Nelle curve più gravi invece, con angolo di Cobb maggiore di 45-50°, può essere indicato l’intervento chirurgico correttivo, svolto in anestesia generale, che consiste nel posizionamento di impianti metallici nelle vertebre che vengono poi utilizzati per correggere la curva scoliotica. Seppure considerato un intervento di Chirurgia maggiore, la durata del ricovero è di circa 7 giorni nei casi non complicati e il decorso post-operatorio porta a una ripresa pressoché completa dell’autonomia a circa 3 mesi dall’intervento. Inoltre è ampiamente dimostrato come gli adolescenti sottoposti a questo tipo di Chirurgia hanno una qualità della vita, misurata in termini di soddisfazione personale e professionale, assolutamente paragonabile a quella di soggetti non affetti da Scoliosi.

Il ruolo della Fisioterapia

La Fisioterapia svolge un ruolo essenziale nel trattamento delle Scoliosi. Infatti, sin dalle forme più lievi, la Ginnastica correttiva è fondamentale per la buona riuscita dei trattamenti conservativi. Nelle forme lievi, che non richiedono l’uso del corsetto, la Ginnastica correttiva consente di migliorare l’aspetto estetico della schiena e ottenere una postura migliore. Nei casi più severi, che richiedono l’uso di corsetti, l’approccio combinato con la Fisioterapia migliora l’efficacia del trattamento ortopedico e consente di mantenere il buon funzionamento dei muscoli paravertebrali, che rischierebbero di indebolirsi. Infine, anche nei rari casi in cui è necessario un intervento chirurgico, è fondamentale un percorso fisioterapico sia pre-operatorio, volto al migliorare lo stato muscolare prima dell’intervento, che nel post-operatorio per il rapido recupero dell’autonomia.