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Sinusite, quale approccio?

Autore: Dott. Giuseppe Mario Galfano

Una corretta diagnosi e la scelta della terapia più opportuna risultano molto utili per il trattamento di questo processo infiammatorio largamente diffuso 

È noto a tutti il ruolo particolarmente importante del naso e delle sue cavità (seni paranasali) nel primo filtraggio e nel riscaldamento dell’aria che inspiriamo. Svariati sono i processi infiammatori che possono interessarli e, proprio per il ruolo sinergico tra naso e seni paranasali, è più corretto definire tali processi con il termine Rino-Sinusite, in quanto si trova coinvolto contemporaneamente l’intero sistema nasoseni paranasali. Con il termine Sinusite, quindi, intendiamo un’infiammazione dei seni paranasali conseguente, nella maggior parte dei casi, ad una Rino-Sinusite.

Sintomi e cause

La Sinusite può essere distinta, sulla base della durata dei sintomi, in acuta (se insorta entro le 12 settimane) o cronica (se persiste da più di 12 settimane). I sintomi più frequenti sono: congestione e ostruzione nasale, scolo di muco anteriore o retronasale (Rinorrea, il comune “naso che cola”), dolore o senso di pressione nasale, riduzione o scomparsa dell’olfatto. Sintomi minori, invece, possono essere Cefalea, febbre, Alitosi, tosse, dolore dentale, mal d’orecchio, Astenia.
Questo genere di infiammazione interessa ogni anno dal 4 all’8% della popolazione adulta e, mentre le forme acute più frequenti sono di origine virale, batterica o micotica, quelle croniche sono principalmente di natura micotica o batterica.
Tra le possibili cause di Sinusite, soprattutto nelle forme monolaterali, abbiamo anche quelle di origine odontogena, cioè conseguenti a processi infiammatori di tipo dentario (apiciti, cisti da ritenzione) che, di solito, interessano il seno mascellare (nel pavimento del seno, infatti sono impiantati i molari superiori) e che, a seguito dell’infiammazione, può propagarsi agli altri seni sullo stesso lato. Alla base di questa patologia, infatti, a causa dell’aumento della congestione dovuta al processo infiammatorio, vi è una riduzione del drenaggio dei seni paranasali situati all’interno della fossa nasale; i seni paranasali, che comunicano con la fossa nasale attraverso osti meatali (cavità poste nel cranio), per via di tali processi infiammatori o occupanti spazio (polipi), riducono progressivamente il drenaggio delle secrezioni nasali con conseguente fenomeno di sovra-infezione e infiammazione.

Individuare le forme acute e croniche

Grazie alla diagnosi precoce e alla terapia antibiotica, le possibili complicanze della Sinusite sono ormai sempre meno frequenti; possono essere ossee (Osteomielite, Etmoidite acuta), endocraniche (Meningite purulenta, ascesso cerebrale, Tromboflebiti) e/o orbitarie (flemmone e ascesso orbitario, Neurite retrobulbare). L’esame obiettivo otorinolaringoiatrico, grazie all’Endoscopia, è in grado di diagnosticare una forma acuta, mentre nelle forme croniche o in quelle conseguenti a Poliposi nasali, l’indagine TC del massiccio facciale è utile per valutare l’interessamento sinusale. In particolare l’esame TC (Tomografia Computerizzata) si dimostra utile nel valutare la componente ossea del naso e dei seni paranasali, la presenza di ispessimenti mucosali, Polipi nasali o di processi odontogeni. Alcuni processi infiammatori a carico dei molari superiori, infatti, di cui il seno mascellare rappresenta il pavimento di impianto, possono determinare un’infiammazione monolaterale ed estesa a tutti i seni.


Diversi approcci terapeutici

Nelle forme di Sinusite acuta, la terapia è soprattutto di tipo antibiotico e cortisonico, mentre in quelle ricorrenti si può optare anche per un approccio di tipo chirurgico come, ad esempio, nel caso di Sinusiti croniche con o senza Poliposi nasale, la Chirurgia endoscopica denominata FESS (FunctionalEndoscopic Sinus Surgery), un intervento di tipo funzionalevolto al ripristino della corretta anatomia delnaso e dei seni paranasali.
Non meno importante è la corretta gestione dei Pazienti con forme di Rino-Sinusite su base allergica che, mediante terapia cortisonica o biologica, soprattutto nei casi associati ad Asma, evita la comparsa di possibili recidive anche in soggetti trattati chirurgicamente.

Se l’origine è dentaria

Nelle forme di origine dentaria è possibile valutare l’approccio odontoiatrico, in quanto la rimozione della causa scatenante l’infiammazione (apicite, fistole oroantrali) ne determina la progressiva riduzione del carattere cronico. In questi casi, in effetti, può rappresentare l’unico trattamento possibile o, comunque, la tappa successiva ad un primo trattamento chirurgico, soprattutto nelle forme più complicate.

L’uso di farmaci biologici

Recentemente, in particolare nelle forme di Rino- Sinusite polipoide, vengono impiegati anche farmaci biologici, ovvero anticorpi monoclonali in grado di interrompere la cascata infiammatoria alla base dell’alterazione della mucosa nasale. Tali farmaci si sono dimostrati utili soprattutto nelle forme recidivanti a seguito di trattamento chirurgico oppure quando non è possibile eseguirlo per problematiche legate al Paziente.

L’opzione chirurgica

Nei casi non risolvibili mediante Terapia medica, la Chirurgia del naso e dei seni paranasali rappresenta un trattamento valido, in particolare la Chirurgia FESS. L’utilizzo di ottiche endoscopiche, introdotte per via trans-nasale insieme agli strumenti endoscopici, ha l’obiettivo di ristabilire una corretta funzionalità anatomica, ricreando i normali rapporti tra seno e fossa nasale così da favorirne l’opportuna ventilazione e ridurre il ristagno del muco responsabile della colonizzazione batterica che provoca, a sua volta, lo stato infiammatorio. Attualmente esistono dispositivi simili a stent cardiaci (sinus balloon), modellabili in ogni direzione, che favoriscono l’ampliamento delle cavità situate all’interno delle ossa del cranio, qualora ostruite o di dimensioni ridotte, particolarmente utili soprattutto in caso di Sinusite monolaterale ma utilizzati anche per interventi in anestesia locale. Questi dispositivi, inoltre, permettono di effettuare aspirazione all’interno dei seni oppure lavaggi con istillazione di antibiotici nel seno interessato dall’infiammazione.

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