Cellulari, quali rischi per la salute?

Autore: Dott.ssa Maria Grazia Petronio

 

Le distanze previste dalla normativa

Ad oggi i limiti di esposizione che impone la normativa vigente sono più alti rispetto a quelli per i quali gli studi hanno trovato associazione con eccessi di rischio di ammalare di Leucemia nei bambini. Indicativamente le distanze entro le quali è consigliato far effettuare delle verifiche sono le seguenti: 70 metri per linee a 132 kV, 80 metri per linee a 220 kV, 150 metri per linee a 380 kV e 3 metri per le cabine di trasformazione.
È chiaro che non solo la distanza è importante ma anche l’altezza delle linee rispetto alle abitazioni.

Telefoni cellulari e tecnologie wireless

Utilizzare i telefoni cellulari è da tempo una consuetudine per una parte importante della popolazione mondiale e si ritiene che circa la metà degli utilizzatori sia rappresentata da bambini e giovani adulti. Parallelamente all’uso dei telefoni senza fili sono cresciute le stazioni radio base per la telefonia cellulare e sono destinate a crescere ancora con l’introduzione degli apparecchi di terza generazione. Si stanno inoltre diffondendo nelle case, negli uffici e nelle aree pubbliche (aeroporti, uffici pubblici, scuole, ecc.) altre tecnologie “wireless” (senza fili) per l’accesso a internet ad alta velocità.
Indagini recenti indicano che l’Italia è il Paese europeo con la maggior diffusione di telefoni mobili (Agcom, 2012). Si stima che tra il 2000 e il 2011, in Italia, i bambini e i ragazzi tra 11 e 17 anni utilizzatori di cellulari siano passati dal 55,6% al 92,7% (ISTAT, 2011).

Cellulari e insorgenza tumori

La diffusione a livello planetario dell’uso di telefoni mobili ha sollevato, sia nella popolazione generale che nel mondo scientifico, preoccupazioni riguardo ai possibili rischi per la salute legati ai campi elettromagnetici ad alta frequenza (CEM-AF) da questi generati, soprattutto in relazione all’insorgenza di Tumori cerebrali.
Nel caso dei telefoni cellulari l’esposizione riguarda in particolar modo la parte del corpo più prossima all’antenna dell’apparecchio, quindi il distretto testa-collo nella maggior parte dei casi, oppure le varie parti del corpo più vicine al telefono, nel caso si ricorra all’uso del vivavoce o si usi il telefono per altre attività (applicazioni, sms, ecc.). Per quanto concerne le radiazioni emesse dalle Stazioni Radio Base, l’esposizione della popolazione riguarda tutto il corpo ma, normalmente, a livelli d’intensità notevolmente inferiori a quelli raggiunti dai cellulari sebbene per tempi più prolungati.
Gli effetti biologici dei campi elettromagnetici ad alta frequenza dipendono dall’intensità, dalla quantità di energia assorbita dal tessuto o organo irradiato, dalla frequenza della radiazione ed anche dalle modalità e dal tempo di esposizione.

Che cos’è il SAR

La sigla SAR (Specific Adsorption Rate) indica la quantità di energia che viene assorbita nell’unità di tempo per unità di massa corporea misurato in W/kg.
Ogni dispositivo mobile ha un valore SAR caratteristico, che deve essere reso noto dalla casa produttrice. A fronte di un limite massimo di 2 W/kg (limite suggerito dalla Commissione Internazionale per la Protezionedalle Radiazioni Non Ionizzanti per esposizione di testa e tronco), i cellulari, specie i più recenti, possono arrivare a livelli di oltre 1,5 W/kg.

Cosa dicono gli studi scientifici

Numerosi studi condotti principalmente da Scienziati del Dipartimento di Oncologia dell’University Hospital di Örebro in Svezia, hanno evidenziato incrementi di rischio statisticamente significativi e consistenti in particolare per alcune forme di tumore (Astrocitomi e Neurinomi) del nervo acustico dopo 10 anni o più di latenza o di uso continuato di cellulari analogici e digitali. Un altro studio pubblicato dal gruppo di Hardell (2011) evidenzia inoltre un rischio aumentato per coloro che hanno iniziato a usare telefoni cellulari prima dei 20 anni.
Risultati meno preoccupanti sono stati riportati da un grosso studio internazionale, “Interphone Study”, i cui autori riferiscono però che i soggetti indagati erano per lo più scarsi utilizzatori di telefoni mobili in confronto agli standard odierni e che il cambiamento del profilo di utilizzo soprattutto dei giovani rende necessarie ulteriori valutazioni in proposito.
Da molte autorevoli fonti si sono alzate critiche all’impostazione dello studio “Interphone” che comprendono errori metodologici nel disegno dello studio, l’inadeguata definizione dell’esposizione, la mancata valutazione dell’esposizione a cordless.
Dopo aver esaminato e valutato la letteratura scientifica disponibile, inclusi i risultati dello studio “Interphone”, il Gruppo di Lavoro della IARC ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come “possibili cancerogeni per l’uomo” in relazione all’insorgenza di Glioma e Neurinoma del nervo acustico.
Gli studi che hanno indagato l’esposizione residenziale in prossimità di impianti di trasmissione radio-televisiva sono poco numerosi e presentano debolezze metodologiche, soprattutto nella quantificazione dell’esposizione, tanto che ad oggi non consentono di affermare con certezza che tali esposizioni causino malattie neoplastiche né forniscono evidenze del contrario.