Menta, un’alleata dell’estate e non solo…

Autore: Prof. Gabriele Saudelli

 

La composizione

I componenti noti della Menta sono numerosi, basti citare i principali: mentolo, mentone, mentil acetato, camphene, limonene, isomentone, pinene, acido rosmarinico, d-neomentolo, etil-n-amilketone, piperitone piperitenone, pulegone.
Il mentolo e il mentone sono i principi attivi più comuni, nelle tante specie della pianta, piuttosto simili, peraltro, per azioni ed efficacia. Tra le specie più diffuse sul pianeta, come la “Mentha piperita” e la Mentha haplocalyx”, la “Mentha arvensis” è forse quella più ricca in mentolo.
Un utilizzo ormai piuttosto diffuso è nella Sindrome da Colon Irritabile, sia per l’effetto sugli spasmi del viscere, sia sulla componente psichica alla base del disturbo. Spesso la prescrivo come Olio Essenziale: in questo caso la concentrazione dei principi attivi è tale che in ricetta scrivo sempre di non toccare occhi e mucose genitali, se non dopo una pulizia accurata delle mani con qualche goccia di olio di oliva o di mandorle. Una goccia da massaggiare delicatamente sulla regione della glabella, ovvero quella piccola zona frontale compresa tra radice del naso e l’inizio delle sopracciglia, ha un effetto sedativo e si può protrarre per mesi; occorre solo cautela nell’evitare che una parte, anche piccola, possa raggiungere il canto interno dell’occhio.

L’uso erboristico

L’utilizzo della Menta in un trattamento fitoterapico, quando bevuta sotto forma di infuso, implica la raccolta delle foglie prima dell’alba perché nella rugiada depositatasi sulla foglia sono contenuti anche gli oli essenziali provenienti dalla foglia, che facilmente evaporano, come ho scritto nelle righe precedenti, quando il sole si alza, quindi aumentando la temperatura ambientale. Ottenuta la droga, cioè le foglie secche, si pratica l’infusione, versando l’acqua calda in una tazza o caraffa che sia, ricordando che l’acqua non deve mai essere bollente oppure in decozione (la bollitura delle droghe vegetali, per estrarne i principi attivi) perché ne vanificherebbero l’efficacia. Subito dopo aver versato l’acqua, è opportuno coprire la tazza con un piattino, al fine di evitare la perdita dei principi attivi. Il quantitativo di droga è tra gli 1,5 e i 2 grammi, in infusione per dieci-quindici minuti in acqua calda e non bollente, da tre a quattro volte al giorno. L’infuso di Menta agisce sul fegato, stimolando la sintesi e la secrezione della bile; va però ricordato che prima di assumere la Menta come trattamento, occorre sincerarsi di essere esenti da calcoli biliari. Questi, se di piccole dimensioni, a seguito dell’ingestione di Menta, possono essere espulsi nel coledoco (un dotto deputato al trasporto della bile e dei succhi pancreatici verso l’intestino) e, se l’anatomia del Paziente lo permette, teoricamente penetrare nel dotto di Wirsung con conseguenze molto negative. Prima di assumere Menta, è consigliabile pertanto effettuare un’ecografia del fegato e delle vie biliari. In alcuni Pazienti particolarmente sensibili, può comparire Gastrite.
Come Olio Essenziale, la Menta può essere assunta in ragione di sei/ dieci gocce, diluite in un cucchiaino di olio di oliva o ingerite tali quali. Infine, per un uso esterno, cutaneo, in presenza di Mialgie o Nevralgie acute, con senso di bruciore e, al tatto, percezione oggettiva di calore, utilizzare una pomata/crema dal 5 al 20%. Non sono note le eventuali interazioni con altre droghe/ farmaci.


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