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Salvia, una pianta mille proprietà

Autore: Prof.ssa Elisabetta Miraldi

“Salvia officinalis” svolge un’azione di regolazione su diversi apparati e più recentemente si è dimostrata utile nella terapia dell’Alzheimer

Migliaia di anni prima che la Salvia venisse utilizzata come gustoso ingrediente in cucina, i popoli di tutto il mondo già conoscevano le sue virtù curative. Il sostantivo “salvia” deriva infatti dal latino “salvus” che significa intatto, in buono stato, e si riferisce alle note proprietà salutistiche della specie, utilizzata già dagli antichi greci come regolatrice di tutte le funzioni vitali.

Una pianta aromatica

Il suo nome scientifico è “Salvia officinalis L.” e appartiene alla Famiglia delle Labiatae, costituita da un gran numero di specie aromatiche. È una pianta perenne e sempreverde di aspetto cespuglioso, caratterizzata da fiori violacei e foglie dotate di un intenso odore aromatico. Cresce bene in qualsiasi terreno, ma richiede un buon drenaggio e una buona esposizione al sole. La parte utilizzata a fini medicinali è costituita dalle sommità fiorite, comprendenti fiori e foglie. Esse contengono flavonoidi, terpeni, tannini, derivati dell’acido caffeico e un olio essenziale, considerato il principale responsabile dell’attività.

Proprietà antibatteriche

Una delle proprietà sicuramente più note e importanti della Salvia è quella antibatterica e antifungina; estratti di Salvia sono infatti risultati attivi contro una gran numero di ceppi batterici e fungini.
Per uso esterno, la Salvia sotto forma di infuso, può essere utilissima nelle infiammazioni della mucosa orofaringea, proprio a causa delle sue proprietà antibatteriche, dovute all’olio essenziale; può inoltre risultare estremamente utile in caso di infezioni della gola, ascessi dentali, gengivite e ulcere di varia natura alla cavità della bocca. Per uso interno da sempre la Salvia è utilizzata sia come coadiuvante nelle affezioni dell’apparato respiratorio, a causa del suo contenuto in eucaliptolo sia come antidispeptico e digestivo, sotto forma di infuso.
È noto anche l’uso interno come anti-idrotico, cioè come coadiuvante nella eccessiva sudorazione, specie quella notturna: l’effetto è rapido, permanente ed è massimo dopo circa due ore dall’assunzione.

Proprietà antiossidanti

Diversi componenti della Salvia (ad esempio l’acido caffeico, carnosico e rosmarinico, l’eucaliptolo e gli acidi salvianolici) possiedono notevoli attività antiossidanti. È stato dimostrato che gli acidi fenolici presenti nella componente non volatile della Salvia sono antiossidanti naturali, svolgono quindi un’azione anti-radicali liberi. I radicali liberi sono varie molecole di ossigeno attivato, dannose per l’organismo, che possono formarsi dal fumo di tabacco, da radiazioni ionizzanti, da alcune sostanze inquinanti, come solventi organici e pesticidi. Una volta formatisi, i radicali possono portare le seguenti conseguenze: nei cibi causano il deterioramento della parte lipidica (grassi); per l’uomo sono implicati in più di 100 patologie. Tuttavia, tutti gli organismi aerobi, incluso l’essere umano, hanno meccanismi di difesa a protezione di danni ossidativi e numerosi enzimi riparatori che rimuovono o riparano le molecole danneggiate dai radicali liberi. Ciò nonostante, questi meccanismi naturali possono risultare inefficienti, quindi diventa importante l’assunzione di composti antiossidanti tramite la dieta. Numerosi studi pubblicati nell’ultimo decennio, hanno dimostrato, tramite diverse tecniche all’avanguardia, la notevole capacità antiossidante degli estratti acquosi di Salvia.


 
Allevia i disturbi della Menopausa

La Salvia è conosciuta fin dall’antichità per essere una pianta utile nelle cura dei disturbi femminili. In virtù della loro azione estrogenica alcune specie vegetali si dimostrano efficaci nell’impiego terapeutico per le turbe legate all’insufficienza ovarica, per sindromi deficitarie dopo interventi di asportazione dell’utero o delle ovaie, per turbe mestruali della pubertà ed in particolare per alcuni sintomi fastidiosi che caratterizzano la Menopausa. Durante la Menopausa l’organismo femminile va incontro ad una lenta e progressiva diminuzione degli ormoni femminili, gli estrogeni che le ovaie cominciano a produrre in quantità inferiore. In questo periodo la pelle può diventare più secca e la lubrificazione delle mucose diminuisce, il fenomeno delle “vampate” può essere molto fastidioso e talvolta sono presenti sbalzi di umore. Tutti questi disturbi possono variare molto nella loro intensità: molte donne infatti non avvertono nessun disturbo oppure disturbi di intensità così lieve da non richiedere necessariamente una cura; in altri casi tali disturbi possono peggiorare notevolmente la qualità della vita della donna. In queste circostanze, se non ci sono controindicazioni, spesso si interviene con una cura a base di ormoni.
Anche le piante medicinali, specialmente nei casi non troppo acuti, possono essere utili in quanto attenuano le vampate di calore, i disturbi circolatori e le alterazioni emotive, tipici di questo periodo. Alcuni inconvenienti, come per esempio le vampate, hanno una stretta relazione con l’ormone ipofisario; altri invece, come il prurito, l’infiammazione pelvica e la secchezza vaginale, sono relativi alla caduta del tasso ematico di estrogeni e possono migliorare con l’utilizzo delle specie vegetali ad azione fitoestrogenica e antiandrogena. In questi casi la Fitoterapia rappresenta una terapia attiva e/o complementare alla terapia ormonale classica.
E’ ben documentato come la Salvia sotto forma di tisana possa essere re utilizzata per alleviare i sintomi della Menopausa, tra cui troviamo in primis la sudorazione eccessiva ed improvvisa. I flavonoidi contenuti nella salvia (salvigenina, genkwanina, 6-metossigenkwanina, ispidulina, luteolina) sono ritenuti i veri responsabili dell’azione estrogenica.
In un recente studio aperto durato tre mesi, un prodotto contenente estratti di “Salvia officinalis” e “Medicago sativa” ha ridotto in 69 donne i sintomi della Menopausa, in particolare le vampate e la sudorazione notturna.

Effetti rilassanti

Un’altra attività farmacologica attribuita non solo a “Salvia officinalis”, ma anche a molte altre specie di Salvia, si svolge a livello del sistema nervoso centrale: gli effetti farmacologici che si riscontrano includono quello sedativo e ipnotico, allucinogeno, rilassante della muscolatura scheletrica, analgesico, anticonvulsivante, neuroprotettivo; dopo somministrazione di estratti di Salvia è stato riscontrato un miglioramento della memoria e sono state evidenziate attività anti-Parkinson ed inibizione della Sindrome d’astinenza da morfina e etanolo. Tra le azioni più interessanti c’è quella sedativoipnotica (sembra che venga prolungato il sonno indotto da esobarbitale negli esperimenti sui topi).


 

Studi sull’Alzheimer

Nel 2004 in uno studio che vagliava le erbe di uso tradizionale selezionate nei “dabbous” del Libano, piccoli negozi di erboristica molto popolari tra gli abitanti della nazione, alcune di esse furono selezionate in base all’indicazione che l’Erborista dava come attività neurologica: nello specifico l’interesse era rivolto a disordini come l’Epilessia, l’Alzheimer e la Depressione. In questo caso la Salvia (sotto forma di estratto etil-acetato) ha mostrato la maggiore attività nell’inibizione dell’enzima acetilcolinesterasi. Più recenti studi sperimentali hanno poi dimostrato la compatibilità dell’utilizzo della Salvia nel trattamento dell’Alzheimer.
Nel 2009 è stato svolto un interessantissimo studio relativo all’attività della Salvia sul Morbo di Alzheimer, patologia in cui risulta notevolmente importante l’attività inibente sull’enzima acetilcolinesterasi (AChE). Questa malattia è la forma di Demenza meglio conosciuta, caratterizzata da un progressivo declino delle funzioni cognitive, derivante da una neurodegenerazione. Attualmente non è disponibile nessuna cura, se non un trattamento sintomatico che consiste nell’inibire l’AChE, con lo scopo di aumentare i livelli di acetilcolina nel cervello. Già nella medicina popolare Europea, le specie di Salvia e Melissa officinalis venivano stimate per i loro effetti di miglioramento della memoria. Recenti studi hanno dimostrato che alcuni composti (α-pinene e 1,8-cineolo) sono sinergicamente responsabili dell’effetto dell’olio essenziale di varie specie di Salvia (fra cui anche “Salvia officinalis” e “Salvia lavandulifolia”) sul sistema nervoso centrale, provocando un’inibizione non competitiva e reversibile dell’AChE.
L’efficacia clinica della Salvia sembra promettente, soprattutto nel ridurre i deficit cognitivi su Pazienti con Alzheimer lieve o moderato. Uno studio pilota ha recentemente dimostrato che l’olio essenziale di salvia è in grado di migliorare le capacità cognitive in giovani sani, già poche ore dopo la somministrazione.

Preparazioni e dosi

Per il trattamento dei disturbi digestivi e per regolarizzare la sudorazione, si consigliano preparazioni corrispondenti a 4 - 6 g di Salvia essiccata. Si possono anche utilizzare 60 gocce (dose giornaliera) di una tintura alcolica. In Italia si trovano anche disponibili estratti secchi liofilizzati standardizzati in acido rosmarinico (9,9%).

Precauzioni all’uso

E’ bene ricordare che l’olio essenziale di Salvia contiene tujone, composto dotato di una certa tossicità, di conseguenza l’olio essenziale puro di Salvia può causare irritazione cutanea e pertanto è sconsigliato per l’aromaterapia; è inoltre controindicato in gravidanza. D’altro canto la quantità di tujone che viene ingerita ed assorbita con i preparati acquosi è da ritenersi atossica e comunque dosi culinarie di Salvia non presentano rischi.

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