Autore: Dott. Claudio Caprara

Il piacevole gusto unito alle proprietà benefiche determinano la sua validità in ambito alimentare e farmacologico

Dolce e farmaco: il perché di questo sdoppiamento terminologico applicato alla Liquirizia (“dolce” come prodotto dolciario e “farmaco” come rimedio naturale) sta tutto nelle caratteristiche particolari di questa straordinaria pianta. Entrambi gli impieghi della Liquirizia sono di lunga e comprovata esperienza, con la netta prevalenza dell’utilizzo alimentare (vengono prodotti 25 milioni di chili all’anno di confetti e caramelle alla Liquirizia). Tuttavia, sin dai tempi antichi, è anche un apprezzato rimedio terapeutico.

Una storia di successo

Questa doppia valenza della Liquirizia, capace di unire al gusto le proprietà benefiche, si rispecchia oggi in una concreta validità sia nel campo alimentare che in quello farmacologico. Come complemento alimentare, alla Liquirizia è riconosciuta una utilità nutrizionale, cui fa da contraltare la grandissima espansione del consumo edonistico voluttuario, legato al suo gusto inconfondibile. Anche come molecola farmacologica, la Liquirizia trova un limitato utilizzo ed una sempre più ristretta indicazione. Ciò anche a fronte di possibili interferenze disfunzionali di natura biochimica, che non possono essere trascurate.
Come è accaduto per tanti altri diversi prodotti naturali, il percorso evolutivo della Liquirizia si snoda attraverso l’iniziale osservazione del gusto piacevole e particolare, cui è seguita la scoperta degli effetti benefici per l’intero organismo, la mercificazione del prodotto in campo alimentare e l’induzione del consumo voluttuario. Oggi, grazie alla profonda conoscenza biologica e chimica, sono stati evidenziati anche taluni possibili (seppur reversibili) effetti negativi. Tutto questo è accaduto nell’arco di oltre 6000 anni ed ha trovato ampia considerazione nelle pubblicazioni scientifiche di ogni epoca storica. In questo modo, la Liquirizia è entrata a pieno titolo nella Medicina tradizionale cinese e nell’Ayurveda, oltre che nei trattati medici occidentali.

La composizione chimica

La Liquirizia (nome scientifico “Glycyrrhiza glabra”) è una pianta della famiglia delle Fabacee, una leguminosa che cresce spontaneamente sotto forma di arbusto, principalmente in una vasta porzione dell’Europa e dell’Asia (in Italia nelle regioni meridionali ed insulari). La parte più importante della pianta è rappresentata dalle radici, da cui si ottengono gli estratti base di ogni prodotto alimentare o farmaceutico. A partire dalle radici, attraverso fasi meccaniche e di estrazione a caldo-umido, viene prodotto il succo e i pani di pasta di liquirizia pura, senza intervento di solventi o aggiunta di additivi. Nella liquirizia pura si ritrovano gli svariati fitocomponenti naturali della pianta.
La composizione chimica, quanto mai articolata e ricca, vede la presenza di Flavonoidi, Cumarine, Triterpenoidi, Steroli, Polisaccaridi e soprattutto Saponine triterpeniche, tra cui la Glicirrizina. Quest’ultimo componente subisce una biotrasformazione a livello intestinale in acido glicirretinico ed appare essere il principale responsabile degli effetti terapeutici della Liquirizia, oltre che del suo straordinario potere dolcificante.


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