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Terza età, più in forma con il movimento

Autore: Dott.ssa Sara Dal BenDott.ssa Anna Maria Foggetti

Con l’avanzare dell’età, l’attività fisica riveste un ruolo sempre più importante per il mantenimento e il recupero di un ottimale equilibrio psico-fisico

Durante il secolo scorso, e tuttora, la popolazione italiana è invecchiata ad un ritmo sempre più rapido, tanto che attualmente gli italiani godono di una delle aspettative di vita media alla nascita più lunghe al mondo, circa 78 anni per gli uomini e 84 anni per le donne. Questo intenso e rapido invecchiamento della popolazione ha profonde implicazioni per la nostra società: se da un lato rappresenta un successo in quanto testimonia un significativo miglioramento delle condizioni di vita, dall’altro crea forti pressioni nel Sistema Sanitario, che deve far fronte ad un numero sempre maggiore di richieste di assistenza.
È indubbio, infatti, che con il progredire dell’età avvengono una serie di modificazioni morfologiche e funzionali per le quali le performance dell’individuo si riducono progressivamente. A ciò si può aggiungere l’evento patologico che, insieme a fattori ambientali, può accelerare l’invecchiamento, predisponendo a specifiche malattie e ad una maggiore “fragilità” dell’anziano, ovvero un rischio maggiore di sviluppare deficit funzionali fisici, malattie croniche e deterioramento cognitivo.

Prevenzione, cura e riabilitazione

Naturalmente esiste un’ampia variabilità individuale del grado di invecchiamento anatomico e funzionale; diversi studi hanno dimostrato che vi sono almeno due fattori responsabili di tale variabilità: lo sviluppo di malattia e le abitudini di vita. Da qui deriva l’importanza di una sempre maggiore attenzione da parte del mondo sanitario alla prevenzione primaria sulle abitudini di vita, in particolare l’alimentazione e l’attività fisica; secondariamente risulta fondamentale il precoce intervento su situazioni patologiche progressivamente invalidanti.
È quindi chiaro il ruolo importante che riveste la Riabilitazione geriatrica, come sistema di cure continue e progressive, che mira ad integrare in un unico progetto prevenzione, cura e riabilitazione; tale proposta progettuale cerca di rispondere in maniera adeguata alla sempre più crescente domanda di cure e riabilitazione di una popolazione anziana, che teme di perdere la propria autosufficienza e con essa il proprio benessere psico-fisico.

Invecchiamento e apparato muscolo-scheletrico

Le modificazioni causate dall’invecchiamento riguardano, anche se in misura diversa, tutti gli organi e apparati corporei. Nel caso specifico dell’apparato muscolo-scheletrico, con l’avanzare dell’età si verifica fisiologicamente una progressiva riduzione della massa muscolare chiamata Sarcopenia, determinata dalla riduzione del numero di fibre muscolari e delle dimensioni delle fibre superstiti; a ciò si associa l’aumento del quantitativo di grasso all’interno del muscolo, che contribuisce al declino della muscolatura scheletrica. La Sarcopenia è conseguenza anche di altri fattori, oltre all’invecchiamento fisiologico, quali lo stile di vita, i fattori ormonali, nutrizionali e genetici, che portano alla disregolazione delle componenti muscolari con perdita di massa e forza. A sua volta la Sarcopenia ha ripercussioni importanti sull’attività metabolica dell’osso e quindi sullo sviluppo di Osteopenia (scarsa densità minerale delle ossa).
A livello osteo-cartilagineo si verificano ulteriori modificazioni con il progredire dell’età, ovvero un’usura cronica e progressiva delle articolazioni (comunemente nota come Artrosi), che può comportare limitazioni funzionali e dolore alle principali articolazioni interessate maggiormente dal fenomeno.
Tutto ciò, unitamente al deterioramento dei sistemi sensoriali (visivo, vestibolare e propriocettivo), può avere ripercussioni sulla capacità di mantenimento dell’equilibrio, con conseguente aumento del rischio di cadute e fratture, fino a causare disabilità, morbilità e mortalità nel peggiore dei casi.

Evidenze sull’attività fisica

Esistono ad oggi, in letteratura, moltissimi studi che confermano l’importanza dell’attività fisica nel favorire e mantenere la salute delle persone anziane; tutti sono concordi nel dire che l’allenamento della forza e della resistenza, o la combinazione delle due modalità, porta beneficio al soggetto anziano, e specificatamente che:

  • stimola l’Ipertrofia, favorisce l’aumento della massa e della forza muscolare, migliora l’adattamento neuromuscolare e molti parametri della condizione di fragilità del soggetto anziano come la velocità della marcia, il tempo di alzarsi da una sedia o salire e scendere le scale;
  • migliora le prestazioni fisiche e consente una vita più attiva e indipendente;
  • incrementa le capacità cognitive, volitive e migliora lo stato di salute generale e il benessere del soggetto; • sembra essere relativamente sicuro anche nei soggetti in cui coesistono più patologie;
  • oltre ad avere effetti positivi sul muscolo, attraverso un effetto sulla funzione cardiovascolare, migliorerebbe la capacità aerobica e la resistenza allo sforzo.

La sedentarietà, di contro, può contribuire insieme ad altri fattori di rischio, allo sviluppo di diverse malattie croniche, in particolare quelle che gravano sull’apparato cardiovascolare, e al peggioramento del metabolismo glucidico e lipidico, nonché all’alterazione dell’omeostasi della pressione arteriosa. Tutti questi fattori non solo accrescono il rischio di sviluppare Malattie cardiovascolari e Diabete di tipo 2 nella popolazione generale, ma peggiorano nettamente la prognosi dei Pazienti già affetti da tali patologie.


 
Il percorso di riabilitazione

Non esistono invece linee guida specifiche che precisino il tipo e l’intensità di attività fisica adeguata per i soggetti anziani fragili; comunque, nelle età più avanzate, generalmente si propone un programma di esercizi fisici di tipo aerobico, strutturati per giusta intensità e modalità (numero di ripetizioni, durata e frequenza), e adattati alle caratteristiche e alla complessità delle persone anziane da riabilitare.
Tra le attività proposte vi sono la cyclette, il cammino a velocità sostenuta e il nuoto, ma anche esercizi di resistenza e stretching del tronco e degli arti; queste attività possono contrastare la Sarcopenia e le rigidità muscoloscheletriche, ma allo stesso tempo intervengono positivamente anche sull’aspetto cardiovascolare, respiratorio e propriocettivo.
All’interno di un percorso riabilitativo della persona anziana, preventivo o curativo che sia, devono trovare spazio anche esercizi specifici per il controllo posturale in stazione eretta e durante il cammino. Ad esempio, si può richiedere alla persona di mantenere l’equilibrio in presenza di perturbazioni e sollecitazioni, proposte sotto forma di spinte alle anche o alle spalle, o ancora si richiede di svolgere compiti funzionali come maneggiare una palla mantenendo la postura eretta o camminando. Questo tipo di esercizio stimolerà il soggetto a esercitare le proprie strategie motorie e sensoriali per il controllo posturale e conseguentemente ridurrà il pericolo di caduta, che nelle persona anziana costituisce un rischio che può portare a disabilità spesso anche grave.

Promuovere l’esercizio fisico

Pertanto, poiché l’esercizio fisico migliora la resistenza ossea, il livello di coordinazione motoria, la flessibilità, la velocità, la stabilità e l’equilibrio, l’obiettivo primario in sanità pubblica dovrebbe essere lo sviluppo di strategie atte a promuovere la diffusione dell’attività fisica in tutti gli ambienti e in tutte le fasce di età. Tali strategie hanno il preciso scopo, attraverso l’attivazione di interventi di dimostrata efficacia, non solo di migliorare la salute del singolo individuo, ma anche di indurre benefici sia a livello sociale che economico facendo sì che la collettività tragga giovamento in termini di riduzione dei costi della sanità pubblica, di incremento della produttività e dell’efficienza dei servizi pubblici.

Il ruolo della Fisioterapia

Abbiamo visto come le modificazioni morfologiche e funzionali del sistema muscolo-scheletrico legate all’invecchiamento (in particolare Sarcopenia e Artrosi) fanno parte di un processo fisiologico degenerativo, che in quanto tale colpisce tutti i soggetti, anche in assenza di patologie associate. A ciò si aggiunge il declino complessivo dei sistemi fisiologici, aumentando così la “fragilità” del soggetto. Gli anziani perciò presentano un rischio maggiore di sviluppare deficit funzionali, deterioramento cognitivo e malattie croniche che possono portare anche a situazioni di disabilità gravi.
Ecco perché il percorso di cura e riabilitazione di una persona anziana non può essere basato su un approccio malattia-specifico, ma deve essere caratterizzato dalla stretta collaborazione e coordinazione tra i diversi Professionisti sanitari che mirano ad uno stesso obiettivo: il recupero o, nei casi di danno stabilizzato, il mantenimento, dei livelli funzionali raggiunti dalla persona anziana e il rallentamento del processo involutivo tipico delle forme degenerative. All’interno di un’équipe sanitaria, il Fisioterapista agisce preventivamente nei Pazienti anziani fragili, mediante strategie riabilitative mirate a prevenire la comparsa di Sarcopenia e disturbi muscolo-scheletrici correlati all’invecchiamento; nel caso di conseguenze patologiche funzionali, il Fisioterapista provvederà a specifici programmi riabilitativi mirati al recupero della funzionalità persa.
Per agire correttamente il Fisioterapista deve fare riferimento a linee guida presenti in letteratura, che complessivamente convalidano il beneficio dato da programmi di esercizio fisico, purché sia tarato sul bisogno riabilitativo di singoli o dei gruppi di persone anziane con simili difficoltà o più patologie correlate all’età. Questo consentirà di contribuire al mantenimento dell’autonomia e conseguentemente del benessere psicofisico delle persone anziane.

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