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Occhi affaticati davanti al computer

Autore: Dott. Matteo FagnolaProf. Silvio Maffioletti

L’utilizzo prolungato del computer può provocare disturbi visivi che è possibile evitare con lenti occupazionali a profondità di campo

Le persone che utilizzano il personal computer, per motivi personali e di lavoro, spesso lamentano occhi stanchi, visione sfuocata e bruciore oculare.
La frequenza di questa sintomatologia è in aumento, tanto che l’American Optometric Association l’ha definita “Computer Vision Syndrome” (CVS). Diversi recenti studi evidenziano inoltre che più del 90% degli utilizzatori di PC lamenta questi sintomi, che aumentano significativamente nei soggetti che lavorano al computer per più di 4 ore al giorno.

Abilità visive inadeguate

La Sindrome da Visione al Computer è una condizione composita, determinata dalla sovrapposizione di problematiche oculari, visive e posturali, e tende a manifestarsi nelle persone che hanno abilità visive inadeguate a sostenere l’impegno legato all’uso del PC. E’ possibile raggrupparne i sintomi in due grandi gruppi: sintomi interni ed esterni. I primi includono bruciore, irritazione, lacrimazione, secchezza, e sembrano legati a problematiche di scarsa lacrimazione. I secondi comprendono invece affaticamento oculare, mal di testa, dolore oculare, visione doppia, sfuocamento, e risultano generalmente legati a problemi visivi in senso stretto (rifrattivi, accomodativi o binoculari). Un problema visivo non corretto aumenta quindi l’incidenza dei sintomi legati alla CVS: l’Ipermetropia e la Miopia inducono uno sfuocamento dell’immagine a livello retinico e devono perciò essere compensate al fine di ridurre lo stimolo accomodativo e lo sfuocamento dell’immagine. Occorre prestare attenzione anche all’Astigmatismo, che aumenta in modo significativo la sintomatologia durante l’uso del PC.

La risposta accomodativa

La visione sfuocata da vicino o da lontano, dopo l’utilizzo prolungato del computer, è un sintomo comune nei soggetti con CVS. E’ causata da un’inaccurata risposta accomodativa durante l’uso del PC, oppure da un insufficiente rilassamento accomodativo nel momento in cui il soggetto allontana lo sguardo dallo schermo. Quando a un soggetto viene riscontrata un’anomalia accomodativa, occorre considerare che la sua prestazione visiva potrebbe migliorare notevolmente se l’anomalia venisse adeguatamente trattata, con lenti oftalmiche oppure con esercizi per il potenziamento delle abilità visive.


 

La postazione di lavoro

Un’inadeguata illuminazione della postazione di lavoro rappresenta un fattore di rischio per la CVS. L’illuminazione eccessiva dell’area circostante il monitor determina infatti una maggior difficoltà di lettura dei caratteri, oltre a un aumento dell’abbagliamento e dei possibili riflessi. Questa condizione può certamente anticipare ed esacerbare l’insorgenza di un affaticamento visivo; è bene quindi impostare un’illuminazione costante in tutto il campo visivo attorno al monitor, con sorgenti luminose non troppo intense ed evitando il neon. Se nella stanza, poi, sono presenti finestre eccessivamente illuminate è bene dotarle di tende o vetri oscurati e, quando risulta impossibile intervenire sulle sorgenti luminose, è opportuno spostare la postazione di lavoro.
Le indagini hanno dimostrato che un aumento della domanda accomodativa e di convergenza produce un cambiamento nella risposta dei muscoli della testa, del collo e delle spalle. È importante posizionare lo schermo a una distanza compresa tra i 50 e i 100 cm (a seconda delle sue dimensioni) e a un’altezza che ne permetta la visione mantenendo gli assi visivi inclinati di circa 15° verso il basso.
Una strategia importante per prevenire la CVS è rappresentata dalla gestione delle pause. Negli Stati uniti, il National Institute of Occupational Safety and Health ha verificato che pause brevi ma frequenti possono ridurre notevolmente i sintomi di chi lavora al computer.


 
Lenti monofocali e occupazionali

L’utilizzo di un occhiale ben calibrato resta lo strumento più utilizzato per la riduzione della CVS. Le lenti monofocali possono essere una buona soluzione se l’addizione fornita è inferiore a 0,75-1,00 diottrie, in quanto forniscono un ottimo campo visivo, un intervallo di visione nitida sufficientemente ampio e non inducono l’assunzione di posture forzate.
Le lenti a profondità di campo (chiamate anche ‘occupazionali’ o ‘da ufficio’) sono anch’esse una soluzione intelligente e utile, perché studiata appositamente per migliorare il comfort della visione ravvicinata dello schermo e della tastiera del videoterminale. Queste lenti hanno la particolarità di presentare nella porzione superiore un potere meno positivo rispetto a quello della porzione inferiore, e vengono costruite in modo da permettere sia una visione confortevole del PC (e di oggetti posti a 2-3 metri di distanza) attraverso la zona medio-superiore della lente, sia una visione nitida della tastiera e dei fogli sulla scrivania con la porzione inferiore. Il vantaggio delle lenti occupazionali è quindi quello di garantire un intervallo di visione nitida più ampio rispetto alle lenti monofocali.
Le lenti progressive presentano invece un intervallo di visione nitida privo di limite distale, ma la zona di lente che permette la visione nitida del monitor si trova nella parte inferiore. Gli utilizzatori di lenti progressive, pertanto, si trovano talvolta costretti ad assumere posture scorrette, inclinando all’indietro il capo e andando così incontro a possibili disturbi. Anche le lenti bifocali sono certamente inadeguate per chi lavora al computer, poiché richiedono che l’asse visivo sia inclinato verso il basso di almeno 20° per ottenere una visione nitida degli oggetti ravvicinati, una condizione incompatibile con il lavoro d’ufficio.

Scarsa lacrimazione

Tra le varie concause della Sindrome da Visione al Computer merita un discorso a parte la scarsa lacrimazione. Durante l’utilizzo del computer, la frequenza di ammiccamento si riduce notevolmente. Di conseguenza si registra un aumento del tempo di esposizione della superficie oculare e una maggior evaporazione del liquido lacrimale. Per risolvere questo tipo di problema è indicato l’utilizzo di sostituti lacrimali, selezionati dall’Oftalmologo in relazione alle caratteristiche lacrimali del soggetto.

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